I Carri

Una tradizione nata dalla passione popolare

Le sere dell’11 e del 12 dicembre rappresentano l’immancabile appuntamento con i Carri di Santa Lucia. Sono queste sontuose macchine scenografiche, che prendono ispirazione dalle invenzioni leonardesche e dai teatri itineranti a cavallo tra Seicento e Settecento. I carri hanno origine nella seconda metà dell’Ottocento, quando dominava in città il ceto dei mastri, gli artigiani, lavoratori nelle botteghe e presenti alla vita pubblica di Belpasso. Sono proprio loro, mettendo a frutto le proprie competenze, a dare vita ai primi carri, usando come elemento mobile proprio quei carretti da trasporto largamente usati e simbolo dell’artigianato siciliano.

In origine il momento dedicato all’apertura dei carri era il 12 dicembre, la vigilia della festa, durante le “cantate” in onore della Santa: ogni quartiere, rappresentato dai suoi “giovani cantanti”, innalzava inni a Lucia come segno di devozione. Con l’arrivo dei carri, quel momento raggiunse il suo apice artistico e culturale. Le cantate, tuttavia, scompaiono negli anni Trenta per poi essere reintegrate dal 1983. Da qualche anno, a motivo della sempre maggiore articolazione dei carri, viene dedicata una sera in più, quella di giorno 11. Ultimamente, inoltre, l’apertura dei carri viene riproposta anche nei giorni della festa del patrocinio della Santa, che ricade ogni anno la prima domenica di agosto, in memoria degli eventi del 6 agosto 1943.

A differenza delle macchine secentesche, i carri non si muovono per le vie cittadine ma si aprono – con le cosiddette “spaccate” – mostrando in tutta la loro grandiosità scenografie, meccanismi ed effetti particolari, conosciuti in fase progettuale solo dal Mastro e da pochi intimi, così proteggere il segreto da occhi e orecchie indiscrete e garantire l’effetto sorpresa.  Alla componente architettonica si aggiunge quella artistica, attraverso la realizzazione vi vere e proprie opere d’arte pittoriche e plastiche. Ad accompagnare le scene vi è la musica e, soprattutto, la voce narrante, che arricchisce di significato ogni momento della scena. A tutto questo si aggiunga l’imponenza dell’opera: un carro, infatti, può raggiungere l’altezza di 15 metri e la larghezza di 10 metri.

Ogni carro è un’opera unica e inimitabile: il progetto e i suoi componenti cambiano ogni anno, scegliendo sempre temi diversi da trattare il cui punto comune è sempre quello finale: l’apoteosi di Santa Lucia, rappresentata e interpretata nella gloria celeste. Un momento fondamentale non solo dal punto di vista della fede popolare, tra luci, musica, effetti particolari e fuochi d’artificio, ma anche un momento di festa per la brigata che ha costruito il carro, che insieme gioisce per la buona riuscita dello spettacolo.

I Carri di Santa Lucia rappresentano uno dei punti fondamentali della cultura locale, espressione dell’individualità e identità dei Quartieri, ognuno deputato alla realizzazione della propria macchina (sono, infatti, i cinque quartieri storici di Belpasso ad allestire le proprie macchine), dell’artigianato e dell’arte popolare, di devozione e passione, vissuta nel volontariato. Al lavoro dei professionisti si affianca quello di chi, con entusiasmo, desidera dare il proprio contributo alla realizzazione del carro.

Con l’arrivo dell’autunno, le notti nei pressi dei cantieri si riempiono di voci, allegria e suoni, segno dell’instancabile lavoro di chi, con amore, partecipa a una tradizione sempre nuova, custodita e mostrata nel carro che, le notti della vigilia, prenderà forma davanti a migliaia di occhi, rivolti sempre più in su, colmi di stupore e meraviglia.


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