Belpasso Musei Storia

Polo Museale Storia

La nostra storia

La storia del Polo Museale

La storia di Belpasso Musei inizia nel 2013, quando la neoeletta amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Carlo Caputo, avvia un grande progetto di promozione turistica e culturale della città di Belpasso che si sviluppa su più fronti: nel 2014 si inaugura un nuovo brand per Belpasso: “Belpasso, la Città delle 100 sculture”. Sin dalla preistoria l’Etna e la pietra lavica hanno influenzato e caratterizzato l’identità del territorio locale, e nel corso dei secoli ogni cultura ha lasciato le proprie testimonianze scolpite sulla roccia etnea. Oggi, attraverso un accordo con l’Accademia di Belle Arti di Catania, si organizza a cadenza annuale un simposio con artisti nazionali e internazionali che realizzano opere d’arte seguendo un comune ambito tematico. L’intento, infatti, è trasformare il centro urbano in un museo a cielo aperto, costellato di pregevoli opere in pietra lavica.

Nello stesso anno prende forma anche il progetto “Via Letteraria Nino Martoglio”: la Via Roma, l’arteria principale del centro storico, vede trasformati i propri portali in disuso con opere pittoriche che narrano la storia e le opere di Nino Martoglio, grande artista vernacolare nato a Belpasso e vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900.

In seguito, nel 2015 nasce il progetto per la realizzazione del Polo Museale Civico. La sede scelta è il complesso dell’ex Casa Antonino Russo Giusti e Casa del Lampionaio, che già da tempo ospita la Pro Loco e rappresenta punto nevralgico di numerose manifestazioni culturali. In quello stesso anno sorge il Museo Mechanè, il Museo Multimediale dei Carri di Santa Lucia, con l’intento di conservare il pregevole e immenso patrimonio culturale dei cosiddetti “Carri”, per renderlo fruibile al pubblico attraverso un percorso interattivo e multimediale. Nel 2016 nasce il Museo Venerando Bruno, che custodisce le testimonianze della storia e della cultura del territorio e della città di Belpasso dalle prime testimonianze di epoca preistorica fino agli inizi del XX secolo. L’11 dicembre si inaugura la sezione etnoantropologica mentre due anni dopo, lo stesso giorno, apre al pubblico anche la sezione archeologica.

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